Unità 1: Inquinamento da plastica negli oceani: da dove viene?
L’inquinamento da plastica è oggi una delle principali preoccupazioni ambientali, ma è stato avviato solo poco più di un secolo fa quando sono state sviluppate le materie plastiche ricavate da combustibili fossili. Sebbene abbia portato molti benefici nelle nostre vite, tra cui dispositivi salvavita e nuove tecnologie, la nostra cultura dell’usa e getta ha portato a conseguenze negative, rivelando la minaccia posta dalla plastica all’ambiente e alla vita.
Gli oceani sono particolarmente colpiti dall’inquinamento da plastica e la maggior parte di esso è dovuto allo smaltimento improprio di oggetti di plastica monouso come involucri di cibo, sacchetti, rasoi e bottiglie. Questi oggetti finiscono nei corsi d’acqua e negli oceani. Tuttavia, non tutti i rifiuti di plastica negli oceani sono dovuti all’abbandono di rifiuti. Alcune plastiche e microplastiche derivano da processi di produzione difettosi e circa il 20% dell’inquinamento da plastica negli oceani è causato dalle pratiche di pesca industriale.
La Grande chiazza di immondizia del Pacifico
L’accumulo di rifiuti nei nostri oceani ha raggiunto un livello critico, risultando nella formazione di enormi ammassi di chiazze di rifiuti sparsi in tutto il mondo. La Grande chiazza di immondizia del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch -GPGP), che si trova tra le Hawaii e la California, è la più grande del suo genere e si stima che contenga circa 80.000 tonnellate di plastica – un peso equivalente a quello di 500 jumbo jet.
Posizione della Grande chiazza di immondizia del Pacifico
Fonte: Rice (2018)
I fiumi
Un recente rapporto di Earthwatch Europe e Plastic Oceans UK rivela che i fiumi sono la fonte dell’80% dei rifiuti di plastica che finiscono negli oceani. Lo studio indica le bottiglie di plastica come le principali responsabili dei rifiuti, rappresentando il 14% dei rifiuti di plastica identificati nelle acque dolci europee. Inoltre, gli involucri degli alimenti e i bicchieri da asporto sono prevalenti, rispettivamente con il 12% e il 6%. Questi prodotti di plastica sono tutti monouso e non riciclabili.
Quali elementi troviamo nei fiumi e nell’oceano?
Viene mostrata la quota di ciascun elemento sul totale dei rifiuti in diversi ambienti fluviali e oceanici. La percentuale è indicata per gli elementi più comuni in ogni ambiente, in base al numero di articoli trovati.
Fonte: Morales-Caselles et al. (2021)
Il sistema fognario
Ogni giorno il nostro sistema fognario contribuisce alla quantità di rifiuti di plastica che finiscono nei nostri oceani. Salviette umidificate monouso e cotton fioc con il bastoncino di plastica vengono spesso gettati nei gabinetti causando danni alle nostre reti fognarie e danneggiando la vita marina. Anche le microplastiche, ossia piccoli pezzi di plastica lunghi meno di cinque millimetri, sono una delle principali fonti di inquinamento. Le microplastiche sono difficili da filtrare e si trovano in prodotti come scrub per il viso e indumenti sintetici che perdono fibre in lavatrice (Padstow Sealife Safaris, giugno 2022). Un singolo carico di biancheria in lavatrice può rilasciare fino a 700.000 fibre di microplastica nei corsi d’acqua.
L’industria della pesca
L’industria della pesca produce una quantità significativa di rifiuti plastici, comunemente chiamati “attrezzi fantasma”, che contribuiscono in modo significativo all’inquinamento degli oceani (Padstow Sealife Safaris, giugno 2022). Le reti e le altre attrezzature abbandonate rappresentano una minaccia considerevole per gli animali marini: solo in Inghilterra e Galles sono stati registrati circa 3.200 casi di danni alla fauna selvatica nell’ultimo anno.
Dati importanti
- Circa l’80% dell’inquinamento marino è costituito da rifiuti plastici, con una stima di 8-10 milioni di tonnellate metriche di plastica che finiscono nell’oceano ogni anno.
- Entro il 2050, la plastica supererà il numero di tutti i pesci presenti in mare, secondo le previsioni scientifiche.
- Solo nell’ultimo decennio sono stati prodotti più prodotti in plastica che nell’intero secolo precedente.
- L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) ha indicato che, in definitiva, il 100% delle plastiche prodotte dall’uomo esiste ancora oggi.
- La plastica impiega in genere 500-1000 anni per deteriorarsi, mentre le microplastiche non si scompongono mai completamente.
- Attualmente, nell’oceano sono presenti circa 50-75 trilioni di pezzi di plastica e microplastiche.
- La plastica si scompone in minuscole particelle di microplastica o si raccoglie formando grandi macchie di rifiuti. (Marta Fava, maggio 2022).