Unità 4: La riduzione in compost – il problema delle bioplastiche
Recentemente è emersa nei mercati di consumo un’alternativa alle plastiche convenzionali non degradabili. Le bioplastiche sono polimeri ottenuti da piante e da altri organismi biologici come i microbi che si decompongono naturalmente. La causa della loro biodegradabilità non è il fatto che siano costituite da materia organica – anche le plastiche di origine fossile sono biomasse fossilizzate – ma piuttosto è il risultato della loro struttura molecolare (Gibbens, 2018).
Figura 4. Classificazione delle bioplastiche convenzionali e delle bioplastiche (European Bioplastics)
Le plastiche biodegradabili possono essere più rispettose dell’ambiente. Rispetto alle plastiche di origine fossile, le plastiche biodegradabili possono avere una minore impronta di carbonio e presentare proprietà vantaggiose; inoltre, possono essere compatibili con i flussi di riciclo esistenti (Rosenboom et al., 2022). Tuttavia, presentano anche limitazioni come gli alti costi di produzione, la bassa tendenza meccanica, il potenziale impatto negativo sull’agricoltura, la concorrenza con la produzione alimentare, la gestione poco chiara del fine vita e i costi più elevati.
Quando si parla di bioplastiche, occorre distinguere tre termini:
- Degradabile – Tutta la plastica è degradabile, anche quella tradizionale, ma il fatto che possa essere scomposta in piccoli frammenti o in polvere non significa che i materiali mai torneranno in natura. Alcuni additivi presenti nelle plastiche tradizionali le fanno degradare più rapidamente. La plastica fotodegradabile si decompone più facilmente alla luce del sole; la plastica oxo-degradabile si disintegra più rapidamente se esposta al calore e alla luce.
- Biodegradabile – La plastica biodegradabile può essere scomposta completamente in acqua, anidride carbonica e compost dei microrganismi nelle giuste condizioni. Il termine “biodegradabile” indica che la decomposizione avviene in settimane o mesi. Le bioplastiche che non si biodegradano così rapidamente sono dette “durevoli” e alcune bioplastiche ricavate da biomasse che non possono essere facilmente scomposte dai microrganismi sono considerate non biodegradabili.
- Compostabile – La plastica compostabile si biodegrada in un sito di compostaggio. I microrganismi la decompongono in anidride carbonica, acqua, composti inorganici e biomassa alla stessa velocità degli altri materiali organici presenti nel cumulo di compost, senza lasciare residui tossici.